POMODORO ARNALDO

POMODORO ARNALDO

Elezione: Scultore, eletto Accademico Ordinario 28.11.1978; eletto Accademico Emerito 09.10.2015

Classe di appartenenza: Classe di Scultura

Ruolo Accademico: Accademico Emerito

 

Nato a Morciano di Romagna il 23 giugno 1926, è uno scultore e orafo italiano.

È considerato uno dei più grandi scultori contemporanei italiani, molto noto ed apprezzato anche all’estero. È fratello del noto scultore Giò Pomodoro.

È famoso soprattutto per le particolari sfere di bronzo, il materiale che predilige per le sue opere, che si scompongono, si “rompono” e si aprono davanti allo spettatore, che è portato alla ricerca ed alla scoperta del meccanismo interno, in un contrasto tra la levigatezza perfetta della forma e la complessità nascosta dell’interno.

Pomodoro studia da geometra per poi dedicarsi, quasi subito dopo, alla scultura, per la quale sviluppò a poco a poco un’enorme passione, all’inizio degli anni cinquanta. Lentamente il suo linguaggio caratteristico, informale, si va evolvendo adattandosi di volta in volta alle caratteristiche del materiale usato: prima l’oro e l’argento, per dei monili, poi il ferro, il legno, il cemento e il bronzo, che diverrà la sua materia base per opere di piccole dimensioni e per le sculture monumentali che lo hanno reso celebre.

Dal 1954 vive e lavora a Milano, accanto alla darsena di Porta Ticinese.

Nel 1961 e 1962, fece parte con Lucio Fontana e altri del gruppo informale “Continuità”, grazie al quale raffina una propria cifra stilistica, esprimendo la propria arte nell’equilibrio tra le geometrie esterne e i meccanismi interni delle sue opere monumentali, più adatte alle sue capacità espressive di quelle di dimensioni ridotte, che non gli permettono di indagare all’interno del soggetto rappresentato.

Le sue opere sono presenti in città quali Sorrento, Rimini, Pesaro, Genova, Roma, Milano, Terni, Torino, Tivoli, Belluno, Copenaghen, Brisbane, Dublino (di fronte al famoso Trinity College), Los Angeles, oltre a figurare al Mills College in California, nel Cortile della Pigna dei Musei Vaticani, nei maggiori musei mondiali e all’ONU.

Pomodoro ha anche insegnato, per un breve periodo, nei dipartimenti d’arte di diverse università statunitensi, tra le quali risultano quella di Stanford, quella della California, quella di Berkeley ed il “Mills College. Dirige il “Centro TAM” (Trattamento Artistico dei Metalli) per la formazione dei giovani, istituito in collaborazione con il Comune di Pietrarubbia nel Montefeltro, dove ha passato gran parte della sua infanzia, dal ’90.

«Tutto è stato mercificato. La gente con i soldi vuole comprare l’arte mentre l’arte non si compra»

(Nella sua arte domina un rigoroso “spirito geometrico”, per cui ogni forma tende all’essenzialità volumetrica della sfera, del cubo, del cilindro, del cono, del parallelepipedo e di altri solidi euclidei perfetti, nettamente tagliati, le cui ripetizioni in schiere o segmenti, rettilinei o circolari, sono paragonabili alla successione delle note in una composizione musicale, o ad ingranaggi di macchinari nascosti all’interno dei massicci contenitori, resi parzialmente visibili dalle spaccature e dai tagli che rompono le superfici levigate esterne.

La coerenza nell’associazione delle strutture interne alla monumentalità esteriore delle opere di grandi dimensioni dà vita all’opera di Pomodoro.

Lo spazio esterno non esiste: tutto si svolge all’interno, nelle “viscere” racchiuse dalle pareti lisce e lucenti, da nitidi volumi, perfettamente delineati.

L’autorevolezza e l’importanza di un artista derivano non soltanto dalla sincerità che gli regge la mano, ma anche da significato innovativo che riesce a conferire a uno o più elementi del suo discorso: sarebbe a dire dall’originalità che questi vengono ad assumere nel contesto espressivo. Nel caso di Arnaldo Pomodoro la scultura si porta dentro un’aspirazione e un destino di libertà. Fin dagli esordi le sue opere, i primi rilievi, celebrano una creatività di artigianato spontaneo e fantastico che rivela una gioia e una forza vitali, intrise, però, di una sacralità arcaica. L’alfabeto d’impronta cuneiforme all’origine della poetica espressiva di Pomodoro si concretizza in una dimensione in cui lo spazio del vissuto e la memoria si mescolano. Il segno plastico di Pomodoro è componente di un linguaggio che ha in sé potenzialità indefinite e indefinibili, che vuole prescindere dalle cose così come appaiono per giungere a una profondità che a volte è poco oltre l’immediato e che riassume e concentra in sé tutta l’essenza della realtà. Il fare artistico diventa creazione, creazione come in Klee di “forme e spazi” che vengono prodotti in “proporzioni scelte” con ricchezza d’invenzione secondo una minuscola e preziosa tessitura in sintonia con il ritmo interno delle proprie pulsioni. L’artista dunque, come un demiurgo, ha la facoltà di “generare” il reale e di farlo in forme nuove, in forme che vanno oltre l’ovvietà dell’apparente e del conosciuto per raggiungere nuovi accenti di poesia e di vita.

Le opere di Pomodoro sparse per il mondo non si esauriscono con quelle della precedente elencazione.

L’opera La Colonna del viaggiatore del 1962, realizzata per la mostra curata da Giovanni Carandente a Spoleto Sculture in città, segna il passaggio di Pomodoro alla scultura volumetrica. È la prima opera di grande mole realizzata dallo scultore. Conclusa la mostra, l’opera venne generosamente donata alla città di Spoleto.

Nel 1991, la sua opera Disco Solare è stata collocata davanti al Palazzo della Gioventù di Mosca, come dono all’Unione Sovietica del governo italiano nel periodo di disgelo post-guerra fredda.

L’anno seguente, 1992, un’altra opera di grandi dimensioni, Papyrus, è stata collocata a Darmstadt, in Germania, nei giardini del nuovo Palazzo delle Poste e Telecomunicazioni.

Nel 1993, La costruzione del Centro Biotecnologie Avanzate di Genova, ha previsto e commissionato a Pomodoro un’opera bronzea monumentale rappresentante le fonti della ricerca, lavoro collocato al centro di una grande fontana.

Nel 1995 ha realizzato una scultura in memoria del grande regista scomparso Federico Fellini, su commissione del Comune di Rimini e sempre nel 1995 ha realizzato a Terni la Lancia di Luce, un imponente obelisco in acciaio, cromo e rame, che simboleggia l’evoluzione tecnologica moderna della città e delle sue celebri acciaierie.

Nel 1996, l’opera Sfera con sfera, di oltre tre metri di diametro, è stata collocata nel piazzale delle Nazioni Unite a New York mentre nel 1998 ha progettato il portale del Duomo di Cefalù, Sicilia.

Sono presenti sue opere (l’altare e la croce sopra di esso) nella chiesa di Sant’Anna di Sciara, Sicilia realizzate nel 1986, opere realizzate successivamente in altri materiali anche nella chiesa di Padre Pio e La grande sfera bronzea, presente nel piazzale del lungomare di Pesaro.

Nel dicembre 2007 l’opera Cuneo con frecce è stata realizzata e posizionata a Torino, davanti alla sede centrale della SMAT, in occasione del centenario dell’azienda.

Tra il 1977 e il 1991 l’autore ha donato con atto pubblico un ricco gruppo di opere alle collezioni dello CSAC, composto da 33 sculture (21 delle quali adornano i corridoi e l’aula magna del Palazzo dell’Università di Parma), 47 opere su carta e 23 gioielli e medaglie. Questo fondo è pubblico e interamente consultabile.

Esposizioni principali

Tra le maggiori personali dedicate allo scultore nel mondo, vanno ricordate quella alla Rotonda della Besana di Milano (1974), al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (1976), al Forte Belvedere di Firenze (1984), a Palazzo dei Diamanti di Ferrara (1987), all’Hakone Open-Air Museum in Giappone (1994), alla Rocca Malatestiana di Cesena (1995), al Museo della Città di Rimini (1995), alla Marlborough Gallery di New York (1996), a San Leo (1997), alla Torre di Guevara di Ischia nel 2003, a Palazzo Crepadona di Belluno (2006), a Fortezza del Priamar di Savona (2007). Ha tenuto esposizioni itineranti nei musei europei, americani, australiani e giapponesi. Nel 2008 è stata ospitata un’esposizione di sue sculture, “en plein air”, ad Orta San Giulio, in provincia di Novara.

Premi

La lunga carriera di Pomodoro è stata riconosciuta e premiata:

a Spoleto nell’ambito dell’ottava edizione del Premio Spoleto nel 1960;

a San Paolo, Brasile, nel 1963;

a Venezia nel 1964;

nel 1967 uno dei sei premi internazionali del Carnegie Institute;

nel 1981 il Gran Premio Henry Moore (in Giappone);

nel 1990 il Praemium Imperiale dalla Japan Art Association per la scultura (in quell’anno Federico Fellini lo vinse per il cinema ed il teatro).

nel 2004 il Premio Fernanda Pivano, di cui successivamente è diventato autore della targa.

Onorificenze e riconoscimenti

  • Ha ricevuto la “Laurea in Lettere honoris causa dal Trinity College dell’Università di Dublino, davanti al quale si erge una sua statua, donata proprio per quest’occasione, e quella honoris causa in Architettura e Ingegneria dall’Università di Ancona, e nello stesso anno ha ricevuto il “Premio Ubu” grazie alle scenografie di “Nella solitudine dei campi di cotone” di Bernard-Marie Koltès. È socio onorario dell’Accademia di Brera, di Milano, dal 1993, e nel 1994 ha ricevuto il Premio della Presidenza del Consiglio dei ministri. Per i meriti conseguiti nell’ambito della sua attività artistica, è stato inoltre eletto Accademico Ordinario dall’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze nel 1978, divenuto poi Accademico Emerito nel 2015.
  • Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana – 26 giugno 1996
  • Medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte – 17 giugno 2005

Sculture

  • La luna il sole la torre, 1955
  • Paesaggio con il sole in basso, 1955
  • Nutrimento solare, 1956
  • Il giardino nero, 1956
  • Tavola dei segni, 1957, II, 1957
  • Lo stagno, omaggio a Kafka, 1957
  • Il muro, 1957
  • Orizzonte, 1957, II, 1957
  • Una scelta, 1957
  • Luogo di mezzanotte, 1957
  • Grande tavola della memoria, 1959-1965
  • Il cubo, 1961-1962
  • La colonna del viaggiatore, bronzo, 1962, Spoleto
  • Radar n. 1, 1962
  • Sfera con sfera, 1963
  • Sfera n. 1, 1963
  • Sfera, 1964
  • Sfera n. 5, 1965
  • Lettera a K., 1965
  • Il grande ascolto, 1967-1968
  • Disco di Pomodoro, bronzo, 1980, Milano, Piazza Meda
  • Cippo, I, 1983-1984
  • Papyrus, 1984
  • Colpo d’ala, 1984
  • Asta cielare, XX, 1980-1985
  • Giroscopio, I, 1986-1987
  • Scettro, I, II, III, IV, V, 1987-1988
  • Edicola, 1991
  • Rotativa di Babilonia, 1991
  • Le fonti della ricerca, 1993, Bronzo, Genova, Centro Biotecnologie Avanzate – IST
  • Lancia di luce, acciaio, cromo e rame, 1995, Terni
  • Le battaglie, 1995
  • Ingresso nel labirinto, 1995
  • Punto dello spazio, 2003
  • Porte della luna e del sole, 2003-2004
  • Rilievo III, 2009
  • Continuum X, 2010
  • Sfera, 2013
  • Progressione e stasi, studio, 2011
  • Disco, 2011

Progetti architettonici

  • Progetto per il nuovo cimitero di Urbino, 1973
  • Tenda fortilizio, 1975-1980
  • Porta d’Europa, 1978-79
  • Piramide della mente, 1986
  • Lunghe tracce concentriche, 1986
  • Papyrus per Darmstadt, studio, 1988-1989
  • Punta d’oro, studio, 1992
  • In memoria di Giovanni Falcone, studio, 1992
  • Porta dei Re del Duomo di Cefalù studio II, 1997-1998
  • The Site of Silence, 1999
  • Il luogo della freccia, 2005

Progetti scenici

  • Pomodoro, nella sua lunga e prestigiosa carriera, si è dedicato anche alla scenografia teatrale, realizzando gli allestimenti per grandi spettacoli, tra i quali:
  • Semiramide di Gioachino Rossini (1982), Teatro dell’Opera di Roma
  • Orestea di Gibellina di Emilio Isgrò, tratta da Eschilo (1983-1985)
  • Didone di Christopher Marlowe (1986)
  • Alceste di Christoph Willibald Gluck (1987), Teatro dell’Opera di Genova – scene e costumi
  • Oedipus rex di Igor Stravinsky (1988), Siena
  • La Passione di Cleopatra di Ahmed Shawqi, poeta egiziano (1989)
  • I Paraventi di Jean Genet (1990), Teatro Comunale di Bologna – scene e costumi
  • Nella solitudine dei campi di cotone di Bernard-Marie Koltès (1992)
  • Più grandiose dimore di Eugene O’Neill (1993)
  • Oreste di Vittorio Alfieri (1993)
  • Stabat Mater, La passione secondo Giovanni e Vespro della Beata Vergine di Antonio Tarantino (1994-1995)
  • Moonlight di Harold Pinter (1995)
  • Drammi Marini di Eugene O’Neill (1996)
  • Antigone di Jean Anouilh (1996)
  • Tempesta di William Shakespeare (1998) – scene e costumi
  • Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi (2005), Opernhaus di Lipsia – scene e costumi
  • Teneke di Fabio Vacchi (2007), Teatro alla Scala di Milano – scene e costumi
  • Šárka di Leoš Janá?ek e Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni (2009), Teatro La Fenice di Venezia – scene
  • Orestea di Eschilo (2014), Teatro greco di Siracusa

Grafiche

  • Sfera, 1964-1999
  • Sfera, 1964-1999
  • Cronaca 6: Francesco Leonetti, 1977
  • Cronaca 3: Ugo Mulas, 1977
  • Cronaca 2: Gastone Novelli, 1977
  • Lettera con discesa, 1977
  • Lettera del cuore, 1977
  • Immagine trasversale, 1977
  • Tracce I, 1998
  • Sogno V, 1988-1993
  • Sogno VII, 1988-1993
  • Tracce III, 1998
  • Tracce II, 1998
  • Tracce III, 1998
  • Tracce IV, 1998
  • Tracce V, 1998
  • Tracce VI, 1998
  • Tracce VII, 1998
  • Stele I, IV, 1999
  • Pagina solare, 2002
  • Frammento I, II, III, IV, V, VI, VII 2004
  • Impronta, 2004
  • Per Capodanno, 2006
  • Untitled, 2007
  • Per Capodanno, 2008
  • Per Capodanno, 2012

Bibliografia

  • Guido Ballo, Dalla poetica del segno alla presenza continua. Arnaldo e Giò Pomodoro, Luigi Maestri editore, Milano, 1962
  • Arnaldo Pomodoro, Libro per le sculture di Arnaldo Pomodoro, immagini di Ugo Mulas, conversazione con Francesco Leonetti, interventi di Guido Ballo, Alberto Boatto, Gillo Dorfles, presentazione di Sam Hunter, Milano, G. Mazzotta, 1974, e successive edizioni;
  • Giulio Carlo Argan, Maestri contemporanei: Arnaldo Pomodoro, Vanessa, Milano, 1978
  • Gualtiero Schönenberger, Una sfera di Arnaldo Pomodoro, Interprogramme, Lugano, 1981
  • Sam Hunter, Arnaldo Pomodoro, Abbeville Press, New York, 1982
  • Guido Ballo, Le origini romagnole di Boccioni e la scultura omaggio di Arnaldo Pomodoro, Gabriele Mazzotta editore, Milano, 1984
  • Arnaldo Pomodoro al Forte di Belvedere, immagini di Carlo Orsi, testi di Giulio Carlo Argan e Italo Mussa, De Luca Editore, Roma, 1986
  • Colpo d’ala di Arnaldo Pomodoro, testi di Giovanni Carandente e Italo Mussa, Fratelli Palombi, Roma, 1988
  • Giovanni Carandente, Il Disco solare di Arnaldo Pomodoro, Franco Maria Ricci editore, Parma, 1989
  • L’arte lunga, una conversazione tra Arnaldo Pomodoro e Francesco Leonetti, Feltrinelli, Milano, 1992
  • Sam Hunter, Arnaldo Pomodoro, Fratelli Fabbri Editori, Milano, 1995
  • Arnaldo Pomodoro ‘Sphere within a Sphere’ for the U.N. Headquarters, testo di Sam Hunter, Il Cigno Galileo Galilei, Roma, 1997
  • Arnaldo Pomodoro. Arco-in-cielo. Castellamonte, testo di Luciano Caprile, presentazione di Aldo Moretto, Città di Castellamonte, Castellamonte, 1998
  • Scritti critici per Arnaldo Pomodoro e opere dell’artista (1955-2000), a cura di Laura Berra e Bitta Leonetti, Lupetti Editori di Comunicazione, Milano, 2000
  • Arnaldo Pomodoro nei giardini del Palais-Royal di Parigi, testi di Carlo Bertelli, Pierre Restany, Jacqueline Risset, fotografie di Paolo Mussat Sartor, Skira, Milano, 2003
  • Arnaldo Pomodoro e il Museo Poldi Pezzoli. La Sala d’Armi, testi di Vittorio Fagone, Silvio Leydi, Alessandra Mottola Molfino, Angela Vettese, Annalisa Zanni, Olivares, Milano, 2004
  • Arnaldo Pomodoro. Catalogo ragionato della scultura, a cura di Flaminio Gualdoni, con testi di Giovanni Carandente, Gillo Dorfles, Sam Hunter, Arturo Carlo Quintavalle, Skira, Milano, 2007
  • Fonte dinamica, testi di Arnaldo Pomodoro e Marina Paglieri, SMAT, Torino, 2007
  • Ugo Mulas fotografa Arnaldo Pomodoro, testi di Antonia Mulas, Arnaldo Pomodoro, Angela Vettese, fotografie di Ugo Mulas, Fondazione Arnaldo Pomodoro e Olivares, Milano, 2008
  • Arnaldo Pomodoro, la tipografia universale. Dialogo con Aldo Nove. alfabeta2 n.2, ottobre 2010, pag.23
  • Aldo Colonetti, Scultura v/s architettura. alfabeta2 n.2, ottobre 2010, pag.26
  • Arnaldo Pomodoro a San Marino, a cura di Armando Ginesi, Ente Cassa di Faetano, San Marino, 2010
  • Arnaldo Pomodoro. Il Grande Portale Marco Polo, testi di Bruno Corà, Huang Du, Victoria Lu, Umberto Vattani, Wu Zhiqiang, fotografie di Luciano Romano e Carlo Orsi, Skira, Milano, 2010
  • Flaminio Gualdoni, Vicolo dei Lavandai. Dialogo con Arnaldo Pomodoro, con-fine contemporanea, Monghidoro, 2012
  • Arnaldo Pomodoro. Il teatro scolpito a cura di Antonio Calbi, coedito da Feltrinelli e Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano, 2012
  • Arnaldo Pomodoro. Carapace. La cantina della Tenuta Castelbuono, a cura di Aldo Colonetti, fotografie di Antonia Mulas e Pietro Carrieri, scritti di Aldo Colonetti, Gillo Dorfles, Gianni Fabrizio, Gino Lunelli, Marcello Lunelli, Arnaldo Pomodoro, Editrice Compositori, Bologna, 2012
  • Vittoria Crespi Morbio, Pomodoro alla Scala, Amici della Scala e Umberto Allemandi & C., Milano,2013
  • Arnaldo Pomodoro, Forma, segno, spazio. Scritti e dichiarazioni sull’arte, a cura di Stefano Esengrini, Maretti editore, Falciano, Repubblica di San Marino, 2014
  • Poesie per Arnaldo Pomodoro, a cura di Bitta Leonetti e Eugenio Alberti Schatz, introduzione di Paolo Di Stefano, poesie di Nanni Balestrini, Guido Ballo, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Francesco Leonetti, Sergio Dangelo (Jean Michel), Aldo Nove, Frank O’Hara, Roberto Sanesi, Evelina Schatz, Miklos N. Varga, Gli Ori, Pistoia, 2016