SAVI VITTORIO

SAVI VITTORIO

Elezione: Architetto, eletto Accademico d’Onore il 17.10.1995

Ruolo accademico: Accademico d’Onore

Era un architetto, docente di progettazione architettonica all’ Università di Firenze. Aveva costruito poco perché aveva di fronte esempi con i quali era impossibile misurarsi, da Mies Van der Rohe ad Aldo Rossi. Aveva fatto parte di gruppi di progettazione con i maggiori architetti italiani in importanti concorsi, portando ogni volta un suo contributo critico e d’idee. Era stato architetto per interposta persona ispirando architetture con una sorta di critica preventiva a giovani architetti dei quali indirizzava lucidamente i percorsi. Vittorio si era costruito una casa in collina a Doccia di Pontassieve, poi la Camilla aveva trasformato i campi in un giardino dell’Eden e lui li aveva arricchiti con una piscina miracolosa. Le rondini la sera la sfioravano per bere come l’ala dell’angelo che increspava l’acqua della piscina di Siloe. Era nato il 18 settembre 1948 a Fidenza e continuava ad amarla ricambiato.

Ogni visita alla sua città (era impegnato in progetti per il centro storico) era per Vittorio, diventato fiorentino con frequentazioni internazionali, un ritorno a casa sia per la profonda conoscenza della città che per la calda rete di amicizie che lo avvolgeva. Vittorio Savi ha insegnato Estetica al Dams di Bologna e Storia dell’Architettura Moderna a Mendrisio e Ferrara: è stato per moltissimi anni un docente amatissimo, con una produzione scientifica esposta in convegni in tutta Europa. Vittorio Savi era bibliofilo e bibliomane e ha costruito una biblioteca che rifletteva i suoi innumerevoli amori: la letteratura, l’architettura, il cinema e la fotografia. La biblioteca ci appariva caotica e sterminata: non aveva la simmetria di quella del Nome della Rosa né la ciclicità di quella di Babele. Era dispersa in stanze e case diverse ma lui le abitava tutte contemporaneamente. Quella che sembrava un’accumulazione era un organismo dove anche le pile di giornali svolgevano la loro funzione: non c’era un libro né un giornale che non riportasse suoi segni o annotazioni.

Di queste sterminate letture era nutrita la sua scrittura, coltissima, criptica ed elegante; ne erano nutriti anche i suoi interventi e presentazioni. Spesso iniziava a parlare di cose così lontane dall’ argomento che tutti si chiedevano dove volesse arrivare; poi, come un prestigiatore, tirava fuori l’asso dalla manica e concludeva centrando il bersaglio con una bravura che obbligava all’ applauso. Vittorio Savi aveva poco più di 27 anni quando terminava (nel 1975) il suo saggio fondamentale L’ architettura di Aldo Rossi, il primo sul grande architetto con illuminanti intuizioni. Nel 1985 usciva il suo straordinario romanzo indiziario di architettura sulla Nuova Stazione di Firenze intitolato De auctore. Nel 1992 pubblicava Rain Check, definendola la sua prima opera letteraria e, nel 1995, Finesecolo, un libro di poesia e, in quarta di copertina, si autodefiniva “architetto, critico dell’architettura e narratore in versi e prosa”. Tra questi tre libri e successivamente ha dato alle stampe innumerevoli saggi, recensioni, presentazioni che trascendevano i limiti dei rispettivi generi.

Vittorio Savi è morto nella sua amata casa, alta sulla collina di Doccia, vegliato dalla sua famiglia e dai suoi libri, di prima mattina, il 7 gennaio 2011.